Coro Out of time
Coro "Out of Time"


Angelo Testa - S. Virginia

Estemporanea pittura 2015

 


Giovedì 17 gennaio 2008 - Il falò in onore di Sant'Antonio è stato preparato per bene nonostante la pioggia e il fango sul terreno. Il Comitato Santa Virginia come ogni hanno ha organizzato per questo giorno il tradizionale evento cercando di renderlo ancora più bello e invitante dell'anno scorso.

Questo, che ormai con l'andare degli anni è diventato uno dei momenti di ritrovo tipici del Comitato è stato realizzato anche grazie alla collaborazione e alla generosità di un benefattore. Tutti coloro che si sono recati in piazza Maffeis per godere del calore del fuoco hanno potuto gustare anche ottime bevande calde (tè, cioccolata, vin brulé) accompagnate da buon panettone e pandoro con crema di mascarpone e per chi gradiva di più il salato, di ottime salamelle, pasta ai quattro formaggi, aglio olio e peperoncino e al sugo... E se non fosse abbastanza, la banda Giuseppe Verdi di Lainate ha intrattenuto tutti i presenti con la loro musica e la loro bravura.

Il fuoco acceso con qualche difficoltà intorno alle ore 21,15 ha emanato tutto il suo calore fino a tarda notte, bruciando quasi subito il fantoccio posizionato dal Comitato in cima alla catasta di legna.

Gli organizzatori prendono l'occasione di ringraziare i tantissimi che hanno scelto di passare la serata in loro compagnia e in particolare la banda di Lainate, un generoso benefattore e tutti coloro che con la loro collaborazione hanno reso possibile la serata.

Per tutti coloro che non conoscono la storia di Sant'Antonio abate e il motivo per cui nel giorno dedicatogli dalla Chiesa vengono accesi dei falò, pubblichiamo la sua storia e le sue opere:

San'Antonio Abate detto anche Sant'Antonio il grande viene considerato dalla chiesa il primo degli abati; si deve a lui infatti la nascita e la diffusione di aggregazioni di monaci che vivono sotto la guida spirituale di un padre, detto Abbà, e che si consacrano al servizio di Dio. La vita e le opere di Sant'Antonio sono state tramandate fino a noi da Sant'Atanasio, vescovo di Alessandria, che conobbe Antonio e fu da lui coadiuvato nella lotta all'eresia ariana.
Antonio nacque intorno al 251 da agiati agricoltori egiziani; rimase orfano prima dei vent'anni e dovette occuparsi della sorella minore e del patrimonio dei genitori. Sin da subito sentì il bisogno di seguire l'esortazione evangelica "Se vuoi essere perfetto, và, vendi tutto quello che possiedi e dallo ai poveri", affidò la sorellina ad una comunità femminile, distribuì i suoi avere ai più poveri e si trasferì nei deserti attorno alla sua città, vivendo in preghiera, in solitudine, in povertà e castità. Durante il suo periodo da eremita si racconta che abbia avuto una visione in cui un'eremita oltre che a passare la sua giornata in preghiera intrecciava una corda. Antonio rimase folgorato da questa visione e decise di affiancare alla sua vita di preghiera una vita di lavoro in modo da vendere i sui prodotti per guadagnarsi il cibo; da qui nacque il motto Ora et Labora. Successivamente si spostò verso il Mar Rosso sul monte Pispar dove si rifugiò in un'antica fortezza. Molte persone vollero stargli vicino e Antonio visse aiutando i più bisognosi con guarigioni e liberazioni dal demonio. Intorno al 300 nacquero i primi gruppi di monaci seguaci di Antonio e le prime comunità monastiche. Antonio morì il 17 gennaio del 357 nel deserto della Tebaide. Venne sepolto dai suoi discepoli in un luogo segreto.
La nascita della tradizione di accendere un falò in onore di Sant'Antonio nel giorno della sua morte è dovuta al fatto che un racconto vedeva il Santo addirittura recarsi all'inferno per contendere al demonio le anime dei peccatori che si rivolgevano a lui per una guarigione.
Sant'Antonio è considerato anche il Santo protettore degli animali domestici; nell'iconografia cristiana infatti viene spesso raffigurato con un maiale con appesa al collo una campanella. La tradizione deriva dal fatto che l'ordine degli Antoniani aveva ottenuto il permesso della curia di allevare maiali poiché il grasso derivante da questi animali veniva impiegato per ungere i malati del fuoco di Sant'Antonio, malattia curata appunto dal Santo. I maiali erano nutriti a spese della comunità e vagavano liberamente per il paese con una campanella appesa al collo.

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