Coro Out of time
Coro "Out of Time"


Angelo Testa - S. Virginia

Estemporanea pittura 2015

 


E' passata solo una notte dal rientro dell'annuale pellegrinaggio parrocchiale ed ho ancora impresse nella mente e negli occhi le bellissime immagini che la parrocchia, tramite il Comitato S. Virginia anche quest'anno ci ha regalato. La meta, caduta su Mantova e la Madonna delle Grazie, è stata veramente suggestiva, sia sotto l'aspetto spirituale sia per la parte culturale.
Chi scrive, come tutti i partecipanti abituali, non può che ringraziare il Comitato per la capacità di presentarci un programma ogni anno diverso, sempre ricco di emozioni e spiritualmente arricchente. Ma procediamo con ordine.

Come da consuetudine il ritrovo è sul piazzale della chiesa. Ci si cerca, ancora un po' assonnati, per vedere chi è venuto anche quest'anno, se c'è qualche viso nuovo o se invece manca qualcun altro. C'è però qualche cosa di diverso, c'è uno strano silenzio; ah... ecco... mancano gli adolescenti... è vero, quest'anno sono andati a Monterosso.
Dopo circa tre ore di pullman (oggi iniziava un ponte di tre giorni e sull'autostrada abbiamo trovato le inevitabili code) siamo arrivati a Mantova sul lungo Mincio, nel cuore del centro storico e vicino alla Cattedrale. Sì, è proprio qui che abbiamo iniziato la nostra giornata; con la S. Messa in cattedrale e don Giulio, seduto sullo scanno del Cardinal Roberto, faceva proprio un bel figurone. A tal proposito non ha certo sfigurato neppure la nostra corale; pochi, ma si sono fatti onore, tant'è che anche i turisti che stazionavano in cattedrale si fermavano ad ascoltarla. Messaggio positivo da giudici imparziali.
Terminata la messa un sacerdote, dall'ambone, ha illustrato brevemente la storia della cattedrale, del patrono (S. Anselmo da Baggio, si proprio da Baggio quasi un nostro concittadino), dei fatti storici che in essa si sono compiuti e di S. Luigi Gonzaga. Successivamente ci ha fatto da guida portandoci nella cappella dell'Eucaristia.
Ci ha anche mostrato un sarcofago romano sul quale vi è raffigurata, per la prima volta nella storia dell'arte sacra, la nascita del Cristo con la Madonna, Giuseppe, il bue e l'asinello.
E tanto altro che, per brevità, non sto a descrivervi.

All'uscita Alberto, la nostra guida, ci ha condotto all'osteria (così si chiamava il ristorante) dove ci hanno fatto accomodare attorno a vecchi tavoli, ma il menù - fortunatamente - era per gusti di oggi. L'oste però, forse per farci mangiare tutto, ci ha fatto aspettare un bel po' e questo primo intoppo ha poi segnato l'intera giornata con piccoli disguidi e qualche ritardo che, dopotutto non hanno influito sulla buona riuscita, anche se ha stressato l'organizzazione, impegnata a rimediare le crisi cercando di far quadrare tutte le esigenze.

Dopo il pranzo la comitiva si è divisa in due gruppi: uno si è recato a visitare il palazzo ducale, l'altro si è addentrato nella città o nei giardini lungo il Mincio per visitare altri monumenti e/o rilassarsi in mezzo al verde.

Dopo esserci ricongiunti ci si è recati al Santuario della Madonne delle Grazie, un luogo suggestivo sia sotto l'aspetto religioso, con la sua chiesa che ci ha lasciato a bocca aperta, sia per il paesaggio circostante.
Un primo gruppo è stato subito "precettato" per salire su una barca e, con il "barcaiolo del Mincio" che faceva da cicerone ci ha portato in mezzo ai canneti e lungo i canali per mostraci folaghe, aironi, e tanti, ma proprio tanti, cigni. Ci è stato mostrato anche una femmina di cigno intenta a covare la sue uova. Uno squarcio di natura emozionante e stupefacente, questo non solo per chi scrive.
Ma le sorprese non erano terminate.

Al rientro siamo entrati nel santuario e ci hanno accolto ben cinquanta statue in legno e cartapesta, probabilmente ex voto, che dall'alto delle pareti ci invitavano a guardare verso l'immagine della Madonna che dalla fine del 1300 protegge gli abitanti della zona e non solo.
è un luogo così mistico che la lunga lista di visitatori illustri (da S. Bernardino da Siena nel 1418 a Papa Giovanni Paolo II nel 1991 passando per Napoleone e la moglie nel 1805) fanno di questo santuario uno dei punti di maggior venerazione della Madonna.
Un fatto, avvenuto tra il 1859 ed il 1866, dimostra quanto questo santuario sia sempre stato tenuto in considerazione anche dai potenti dell'epoca. Infatti in quegli anni la provincia di Mantova era stata divisa fra il neo Regno d'Italia e l'impero d'Austria. Tutto annotato sulle mappe, ma il santuario no. I governanti convennero che il santuario non appartenesse né all'uno né all'altro, e l'accesso fosse libero da entrambe le parti. Che lezione di stile ai politici di oggi.
Qui anche la nostra comunità ha voluto fermarsi in preghiera, con la recita del Santo Rosario, per invocare su tutti noi la grazia e la protezione di Maria.

Al ritorno molti sono rimasti in silenzio per ritornare, con il pensiero, a quanto vissuto in questa giornata così piena, rielaborando le parole sentite e ripercorrendo le immagini dei luoghi e delle raffigurazioni che, con tanto Amore, dal passato ci sono state tramandate.

Non mi rimane altro che augurarci un... arrivederci alla prossima.

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