Quello del 25 aprile è ormai diventato un appuntamento fisso. Sembra quasi che persino agenda e calendario siano lì a ricordartelo: “Il 25 non prendere impegni: c’è la gita con l’Associazione!”.
È da più di dieci anni anni che l’Associazione Santa Virginia organizza, in occasione della festa della Liberazione, visite a città vicine, note ma, spesso, sconosciute, e, dopo le ultime due tappe lombarde, quest’anno siamo tornati a varcare i confini della nostra regione. Meta: Asti.
E, così, venerdì scorso alle 7.15 in piazza a Barbaiana c’erano tutti: un cielo che prometteva un tempo più gradevole di quello di Pasquetta, l’autista del pullman con il pullman e l’Associazione con gli amici barbaianesi e non, il coro, il maestro e, particolare non irrilevante, le brioches! Eh già, perché esiste forse modo migliore di una buona colazione per iniziare al meglio una bella gita?
Dopo un paio di ore di viaggio, qualche barzelletta e alcuni canti, siamo “sbarcati” ad Asti: racchiuso fra edifici e palazzi di più recente costruzione, la città piemontese nasconde un cuore medievale. Testimoni silenziosi ma eloquenti del suo glorioso passato sono la cattedrale, maestoso esempio della fusione di stili diversi che ci parlano, ciascuno, di epoche differenti, la chiesa di San Secondo, le mura e le torri oggi sopravvissute all’usura del tempo e al rinnovamento urbanistico.
La visita guidata per le vie della città si è conclusa nell’immensa piazza del palio, dove, verso mezzogiorno, ci aspettava impaziente e affamato (pure lui!) il pullman. Partiti, dunque, alla volta del ristorante, uscendo dal centro abitato, si è gradatamente aperto ai nostri occhi lo spettacolo delle colture e dei colori delle colline astigiane: un paesaggio dolce, in cui pare che anche il tempo si sia fermato ad osservare. Credo, però, che un’ovazione più grande sia stata quella tributata al fugace ma succulento aperitivo a base di vini e salumi, allestito per noi da una cantina non distante dal ristorante: d’altronde, come biasimarci? Era ora di pranzo! E, difatti, nessuno si è perso in chiacchiere una volta seduti a tavola!
Terminato il pranzo, c’è stato il tempo per qualche foto di gruppo, sullo sfondo di un’assorta e tacita campagna. Poi, di nuovo ai propri posti sul pullman per raggiungere la tappa finale: il Sacro Monte di Crea. È stata data a chi voleva la possibilità di seguire la S. Messa all’interno del Santuario, agli altri, invece, quella di percorrere il suggestivo sentiero che, attraverso un percorso scandito da ventitré cappelle, conduce alla cappella del Paradiso, l’ultima, quella in cima alla collina su cui il Sacro Monte sorge e dalla quale si gode di un panorama mozzafiato.
Stanchi e felici, intorno alle 21, abbiamo fatto il nostro trionfale ritorno in quel di Barbaiana. Una domanda ci frulla per la testa: quale sarà la prossima meta?